26 Ott 2013

Intercettato dall’Nsa il cellulare della Merkel. Ma sulle attività economiche, politiche e militari, del nostro Paese, lo spionaggio americano e inglese va avanti da tempo.

Datagate è il nome che la stampa italiana ha scelto di dare alla serie di rivelazioni dell’ex tecnico della NSA (National Security Agency) e della CIA (Central Intelligence Agency) Edward Snowden, relative al programma di controllo di massa di U.S.A. e Regno Unito.

Intanto si allarga lo scandalo dello spionaggio della National Security Agency americana e coinvolge anche l’Italia. È “inaccettabile” che ci sia “un’attività di spionaggio di questo tipo”, ha detto al suo arrivo alla sede del Consiglio europeo a Bruxelles il presidente del Consiglio, Enrico Letta. “Non possiamo tollerare zone d’ombra”, ha aggiunto il premier che ha ribadito di aver chiesto “chiarimenti poiché dobbiamo fare tutte le verifiche”.

“La Nsa porta avanti molte attività spionistiche anche sui governi europei, incluso quello italiano”. Gleen Greenwald, il giornalista americano che custodisce i file di Edward Snowden lo ha dichiarato a “l’Espresso” prima che esplodesse la tempesta diplomatica dei controlli sul cellulare della Merkel.

Greenwald ha sottolineato che pure i servizi britannici spiavano con i cavi a fibre ottiche che trasportano telefonate, mail e traffico internet del nostro Paese. In questa sterminata raccolta di materiale, ha aggiunto, i servizi italiani avevano “un accordo di terzo livello” con l’ente britannico che si occupava di spiare le comunicazioni.

Ecco la prima cronologia delle rivelazioni.
5 giugno 2013: il Guardian pubblica una serie di ordini segreti che la FISC (Foreign Intelligence Surveillance Court) impartiva a una divisione della Verizon Communication affinché fornisse una raccolta di “metadati” per tutte le telefonate che riguardassero gli Stati Uniti, incluse le telefonate locali, e quelle fatte fra gli Stati Uniti e l’estero.

6 giugno 2013: il Guardian e il Washington Post rivelano l’esistenza di PRISM (un sistema elettronico clandestino di sorveglianza, che permette alla NSA di acedere a email, ricerche internet e altro tipo di traffico sul web, in tempo reale.

9 giugno 2013: è la volta di Boundless Informant: è ancora il Guardian a parlarne. Boundless Informant è un sistema che dettaglia e “mappa” per nazione tutti i dati raccolti da computer e telefonate.

12 giugno 2013: le notizie arrivano dalla Cina: il South China Morning Post rivela che la NSA è penetrata illegalmente in computer cinesi e di Hong Kong. fin dal 2009.

17 giugno 2913: è ancora il Guardian a raccontare che nel progetto di sorveglianza globale è incluso anche il governo del Regno Unito, attraverso l’agenzia di intelligence GCHQ (Government Communications Headquarters). Che, fra l’altro, ha intercettato comunicazioni fra i politici stranieri al G20 di Londra nel 2009.

20 giugno 2013: ancora il Guardian. Questa volta vengono pubblicati due documenti segreti firmati dal generale Eric Holder, che spiegano le regole con cui la NSA opera in caso di indagini estere o statunitensi.

21 giugno 2013: altri dettagli su Tempora, il programma della GCHQ per monitorare dati di fibra ottica.

23 giugno 2013: il South China Morning Post riporta altre rivelazioni di Snowden. La NSA avrebbe hackerato le compagnie telefoniche cinesi, l’università di Pechino, Pacenet (oeratore di fibra ottica asiatico).

25 giugno 2013: il piano “b” di Snowden. Glenn Greenwald, il giornalista che ha pubblicato la maggior parte delle sue rivelazioni, spiega che la “talpa” ha diffuso in giro per il mondo file con documenti segreti della NSA, che verranno diffusi pubbblicamente qualora dovesse accadergli qualcosa. Una specie di assicurazione sulla vita, casomai andasse male il rifugio in Ecuador.

29 giugno 2013: Der Spiegel scrive che gli USA hanno spiato anche diplomatici dell’Unione Europea. Martin Schulz chiede spiegazioni, furente. Ma in serata arrivano nuove rivelazioni. Questa volta, di un ex luogotenente della marina U.S., ex collaboratore della NSA: altri 6 paesi europei, fra cui l’Italia (gli altri sono: Spagna, Germania, Francia, Danimarca e Paesi Bassi), collaboravano con gli U.S.A. nel programma di controllo globale delle comunicazioni.

 

22 Ott 2013

Prelievo forzoso

E’ successo a Cipro a marzo, attraverso un diktat della Troika imposto per evitare che l’isola precipitasse nel default. Stiamo parlando del Prelievo forzoso sui conti correnti bancari.

L’UE ha precisato agli Stati membri che il “modello Cipro” non avrebbe creato alcun precedente, contestualizzando la scelta di prelevare dai depositi sopra i 100.000 euro una percentuale di circa il 38% esclusivamente a questa situazione.

Invece pare che l’idea del prelievo forzoso potrebbe diventare una norma da applicare a tutti i conti correnti dei 15 Paesi dell’area Euro.

La decisione

arriverebbe direttamente da un report del Fondo Monetario Internazionale dal titolo “Monitor delle finanze pubbliche“:  “Per porre rimedio all’esperimento fallimentare della moneta unica – scrive il Wall Street Journal – il Fondo Monetario Internazionale ha aperto alla possibilità che le autorità europee impongano un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti di 15 paesi dell’area euro. Tanto ci vorrebbe, secondo i calcoli degli economisti, per riportare il debito sovrano del blocco ai livelli pre crisi“.

Una decisione passata inosservata, riportata però da alcuni quotidiani, tra cui il greco Imerisia, che vede nel provvedimento una manovra suicida per tutti gli Stati europei interessati, oltre a provocare una fuga di capitali dalle banche europee.

Il quotidiano statunitense

Il concetto è semplice – ribadisce il quotidiano statunitense – piuttosto che appesantire il carico fiscale delle imprese e far scendere ancora di più le buste paga, perché non andare a toccare i capitali dormienti“?. In questo modo, attraverso il prelievo del 10% su tutti i conti correnti, sarebbero ancora una volta i cittadini a pagare la crisi del debito sovrano provocata da politiche monetarie europee sbagliate.

FMI

Poco importa al FMI di inasprire ancora di più i rapporti con Bruxelles e Bce, andando ad innescare nuove e violente rivolte sociali in tutta Europa. Anzi, consapevole “che le misure drastiche non hanno avuto i risultati attesi e che non hanno portato ad una riduzione del debito pubblico“, (come si legge nel rapporto) provocando una fuga di capitali all’estero e un’elevata inflazione per via del ritardo nell’attuazione delle stesse misure, il prelievo forzoso diventa la misura necessaria per “riportare il livello del debito pubblico a livelli pre-crisi“. Come? Attraverso “un tasso di prelievo alto (10%) dei risparmi netti positivi dei nuclei familiari di 15 paesi della zona euro“.

Il report del Fondo

La missione è difficile, ma non impossibile, conclude il report del Fondo, perciò fa appello all’Unione e alla Bce di prendere in considerazione l’idea che messa a confronto “con i rischi e le alternative per ridurre il debito pubblico“, come ad esempio una moratoria delle passività o l’inflazione, “è anche una sorta di tassa sul patrimonio“.

Una proposta inquietante,

che però per molti potrebbe essere fattibile, come afferma l’economista belga Etienne de Callatay che la considera sì “perturbante, persino scioccante e scandalosa“, ma non nega di vederla come “una alternativa alle altre misure profetizzate per uscire dalla crisi, come il ricorso all’inflazione“.

08 Ott 2013

Da quando la crisi economica ha colpito duramente il mondo euro-americano, le pagine di economia, sia sul web che su quotidiani, sono passate dall’essere pagine da saltare a piè pari prima dello sport a diventare improvvisamente interessanti.

Ma, come spesso accade quando non si comprende una materia complessa, si cerca un bandolo della matassa, una ragione suprema, un principio primo che spieghi tutto, che renda la realtà leggibile come un libro di poche pagine. E la chiave di volta di tutto questo sistema maligno, che arricchisce pochi banchieri e impoverisce il resto del mondo, eccola qua: si chiama signoraggio. Ma il signoraggio non è come le scie chimiche, il signoraggio è una qualcosa che esiste.

Innanzitutto il significato. In economia, per usare la definizione del premio Nobel e editorialista del New York Times Paul Krugman,

«è il flusso di risorse reali che un governo guadagna quando stampa moneta che spende in beni e servizi».

Una tassa che si paga quando si usa il denaro. Secondo la Banca d’Italia invece:

Per signoraggio viene comunemente inteso l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione di moneta. Per le banche centrali, il reddito da signoraggio può essere definito come il flusso di interessi generato dalle attività detenute in contropartita delle banconote (o, più generalmente, della base monetaria) in circolazione. Per l’Eurosistema, questo reddito è incluso nella definizione di “reddito monetario”, che, secondo l’articolo 32.1 dello statuto del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e della Banca centrale europea (BCE), è “Il reddito ottenuto dalle banche centrali nazionali nell’esercizio delle funzioni di politica monetaria del SEBC”.

Questo termine nasce per definire il diritto del signore feudale a coniare moneta e a trattenere un poco del metallo prezioso usato per coniarlo. Insomma, una garanzia ulteriore sul già intrinseco valore del denaro. C’era una (sia pur impercettibile) differenza tra il valore nominale delle monete e quello reale del metallo con il quale erano coniate. Il valore veniva trattenuto dal governo e veniva usato per la spesa pubblica. Il primo regnante ad usarlo in modo netto fu l’imperatore romano Settimio Severo: metà del metallo prezioso viene tolta alle monete, ma il loro valore nominale rimane tale. Il signoraggio continuò anche per tutto il Medioevo e l’epoca moderna, quando gli Stati continuarono a esercitare il diritto di signoraggio anche usando la monetazione in argento o in rame.

Con la Conferenza di Bretton Woods nel 1944, si cerca di stabilizzare la situazione internazionale usando il dollaro agganciato all’oro come riferimento di tutte le altre valute. Questo sistema viene abbandonato dal presidente Usa Richard Nixon durante la guerra del Vietnam, nel 1971, in favore dell’attuale sistema della Fiat Currency, che di fatto non è agganciata ad alcun valore reale. E allora, che uso di fa del signoraggio, nello stato attuale? Si usa, e l’Italia lo usò molto negli anni Settanta, quando ci fu molto bisogno di far fronte a una spesa pubblica in crescita e una crescente infedeltà fiscale. E anche la Germania di Weimar, tra il 1921 e il 1923 ne abusò, innescando una spirale iperinflattiva che rese carta straccia le banconote. Fin qui cos’è il signoraggio nella teoria economica.

Ma cosa pensano invece i “complottisti”? C’è una data che per loro è decisiva: 27 luglio 1694, anno della fondazione della Banca d’Inghilterra, prima Banca Centrale al mondo, che per la prima volta crea il debito pubblico e fa perdere allo stato la propria “sovranità monetaria”, a tutto vantaggio dei banchieri contro lo Stato e i cittadini.

Ci sono almeno quattro gravi imprecisioni in questa asserzione.

  • Primo, La banca centrale più antica del mondo, intanto, è la Sverige Riksbank, la Banca Centrale svedese, fondata il 17 settembre 1668.

  • Secondo, anche il Banco di San Giorgio di Genova, fondato nel 1407, già svolgeva funzioni da Banca Centrale, pur essendo molto diversa come struttura, e, per quanto i teorici del complotto sostengano fosse pubblica, i capitali che la componevano erano in larga parte privati e gli azionisti ricevevano una rendita del 7% sui loro depositi. In più a volte la Banca svolgeva vere e proprie funzioni di governo nelle colonie genovesi, come in Corsica e in Crimea, molto più di qualsiasi altra banca centrale.

  • Terzo, il debito pubblico c’era già prima. Solo che si chiamava debito della Corona. Il processo di costituzione della Banca avviene anche in un periodo in cui le prerogative reali stavano per essere devolute al Parlamento, quindi normale che anche quelle di natura economica subissero analogo destino.

  • Quarto, le casse dello Stato, che prima di allora si rivolgevano agli orefici e ai finanziatori privati, si rafforzarono notevolmente tanto che l’Inghilterra potè cominciare proprio in quel periodo a diventare una potenza globale.

Non basta: nel 1946 la Bank of England viene nazionalizzata dal governo laburista di Clement Attlee. Quindi, assumendo che la teoria sia vera, prima del 1998, quando la banca ricevette da un altro laburista di nuovo la sua indipendenza, sia pur rimanendo di proprietà integralmente pubblica, l’Inghilterra è stata liberata dal signoraggio per ben 52 anni.

Ci sono però, anche per i signoraggisti, delle banche o istituzioni cosiddette “buone”. Eccole.

  • Parlamento di Guernsey. Guernsey, così come le altre dipendenze della corona britannica, emette moneta attraverso il proprio parlamento locale. Per i signoraggisti, questa è la prova dell’esistenza della moneta sovrana e di come questa tenga i bilanci a posto senza bisogno di debito o di tassazione. E senza nemmeno il pericolo iperinflattivo.

  • In realtà il tasso di cambio della sterlina di Guernsey è collegato 1 a 1 alla sterlina britannica.

  • Banca del North Dakota. Il piccolo stato del Midwest americano sembra non aver sofferto per niente sin dai tempi della crisi dei mutui subprime. Una bassissima disoccupazione (3,1% nel 2012) e un reddito medio pro capite che dal 2006 al 2012 è cresciuto da 33.034 dollari agli attuali 51.893. Per merito di che cosa? Ovviamente del fatto che la Banca del North Dakota è, unica in tutto il paese, completamente di proprietà statale. E che quindi rimane fuori dal sistema della Federal Reserve.

  • È vero che la Banca è di proprietà statale al 100% ma non è vero che è fuori dal sistema della Federal Reserve, visto che fa parte del nono distretto, quello della Federal Reserve di Minneapolis. E gran parte del boom economico che sta attraversando lo stato è merito dell’incremento dell’estrazione petrolifera, visto che il North Dakota è diventato il secondo stato maggior produttore di petrolio degli Stati Uniti. Con questo senza nulla togliere al buon funzionamento della banca, che funge sia da banca centrale che da banca commerciale.

  • Banca Centrale di Siria. Per i signoraggisti questa banca forse non esiste nemmeno, dato che indicano tra le principali ragioni di un attacco americano, l’assenza di una banca centrale “privata e dominata dai Rothschild”.

  • Tralasciando la sparata antisemita, la banca centrale esiste eccome: fondata nel 1963, dal 2005 a oggi ha un governatore, Adib Mayaleh, che nei primi anni del suo mandato ha portato avanti di concerto con il governo di Assad un programma di liberalizzazione dell’economia e del sistema bancario tanto da ricevere il plauso del Fondo Monetario Internazionale. Un po’ strano, per essere una banca che lotta contro un sistema mondiale di poteri forti. Solo recentemente, e a causa sia delle sanzioni che degli eventi bellici, che la Siria è tornata a un sistema economico pianificato.

Quando nel 2002 il ministro dell’Economia italiano Giulio Tremonti propose all’allora governatore della Bce Wim Duisenberg di stampare banconote da 1 e 2 euro, quest’ultimo gli rispose indirettamente durante una conferenza stampa (per meglio comprendere, sappiate che i diritti di signoraggio per le banconote in euro vengono riscosse dalla Bce, quelli delle monete dalla Banca d’Italia): «Non abbiamo progetti di introdurre banconote da 1 o 2 euro, ma ne abbiamo sentito parlare. Naturalmente, ne abbiamo discusso. Stiamo valutando le implicazioni di introdurre tali banconote. In linea di principio non abbiamo niente contro questo progetto, ma stiamo valutando le implicazioni e spero che il signor Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come Ministro dell’Economia, ne sarebbe contento non lo so». Qualcuno già allora sarà stato contento che un ministro della Repubblica volesse rinunciare in modo così pacifico e contro così tanti poteri forti al signoraggio.