14 Nov 2016

Il Search Marketing Connect giunge alla sua 11ª edizione e lo fa con l’appuntamento del 16 -17 dicembre prossimi, nello scenario del Palacongressi di Rimini, già sede del Web Marketing Festival e di altri eventi di punta ideati dalla realtà aziendale Search On Media Group.

Evento di riferimento per i professionisti operanti nel settore del Search Marketing, l’appuntamento rappresenterà, anche quest’anno, una ‘due giorni’ che porterà a Rimini oltre 60 relatori, di caratura nazionale e internazionale, i quali daranno vita a un programma ricco di contenuti di natura tecnica, ma anche strategica e perciò in grado di offrire una vision sugli scenari futuri del settore.

L’offerta didattica del Search Marketing Connect porrà, come da tradizione, la SEO (Search Engine Optimization) come tema centrale, al quale verranno affiancati interventi su PPC (Pay Per Click) e Web Analytics, aprendo così a scenari più ampi, orientati a versanti quali Google AdWords, in grado di abbracciare una più larga fascia di professionisti. Il tutto, suddividendo il programma tra Conferenze, Seminari e Workshop, ciascuno con una durata e un taglio differente.

Verrà introdotto per la prima volta, inoltre, il Business Case: un caso pratico con obiettivi, budget a disposizione e tempi di un ipotetico progetto, su cui i partecipanti lavoreranno in tempo reale, per sviluppare una strategia SEM a 360°.

I migliori progetti saranno discussi assieme per mettere in luce tecniche e idee replicabili sin da subito.

Ospite di riguardo nel parterre dei relatori, Fili Wiese, ex membro senior del Google Search Quality Team, protagonista di una sessione Q&A nel corso dell’evento in calendario a Rimini.

“Con questa 11ª edizione di Search Marketing Connect – dichiara Cosmano Lombardo, CEO di Search On Media Group – abbiamo voluto rinnovare l’offerta formativa di un appuntamento divenuto ormai una tradizione nel settore del Search Marketing.

Il focus dell’evento sarà ancora una volta sulla figura del professionista, ma, al tempo stesso, abbraccerà anche le agenzie e, attraverso l’introduzione di argomenti nuovi, quali Pay Per Click e Analytics, offrirà una visione non solamente tecnica, bensì anche di carattere più manageriale e improntato a comprendere i benefici reali del Search Marketing, lato business.

Pur innovando, abbiamo poi cercato di tenere ben presenti quelli che sono i capisaldi di questo evento: un programma altamente personalizzabile da ognuno dei partecipanti, un’offerta formativa ampia e soprattutto lo spirito di confronto e condivisione delle nozioni, delle strategie, quello che noi racchiudiamo sotto il termine “networking”, da sempre valore aggiunto del nostro modus operandi”.

L’evento è realizzato grazie alla collaborazione degli sponsor e dei media partner: DNS Hosting/Colt, Live Help, Combocut, Goodle Consulting, Tun2U, Voip Voice, ByTekMarketing, Avv. Antonino Polimeni, Radio 105, Radio Monte Carlo e Virgin Radio.

Ricapitolando: Search Marketing Connect, l’11ª edizione, è al Palacongressi di Rimini tra 16 e 17 dicembre. Il programma completo e tutte le informazioni utili sono consultabili sul sito ufficiale dell’evento, www.convegnogt.it.

smconnect-media-supporter2-728x90

29 Set 2016

Dal 21 al 23 settembre il primo Euro-Mediterranean Coinnovation Festival

Tre giorni dedicati a futuro e innovazione, immersi in una cornice da favola. Questo e molto altro è #HEROES, meet in Maratea, dal 21 al 23 settembre nella suggestiva cittadina lucana.

La Perla del Tirreno si prepara ad accogliere oltre 300 innovatori dall’Italia e dal Mondo, per dar vita al primo Euro-Mediterranean Coinnovation Festival. Più di 130 gli ospiti già confermati, per un programma di oltre 60 iniziative dislocate in punti strategici dell’area urbana e delle zone limitrofe. Punto cardine dell’evento, l’Arena Centrale, allestita presso il Parco di Villa Tarantini in Piazza Europa.

Obiettivo dell’iniziativa, raccogliere i più ispirati eroi del nostro tempo, e fornire un’occasione di approfondimento, co-progettazione, formazione e networking. Leader d’impresa, business angels e investitori, intellettuali, creativi, policy makers e startup, insieme per fornire una risposta concreta alle principali sfide economiche e sociali del giorno d’oggi.

In calendario incontri tematici, laboratori, workshop, pitch competition, performance e musica. Un racconto sull’innovazione dal carattere internazionale che, tra i tanti, coinvolgerà personalità quali Ashlin Burton, international business leader; Chiara Montanari, prima italiana a capo di una spedizione in Antartide; Gillian Ferrabee, protagonista del successo del Cirque Du Soleil con il suo Creative Lab; Neil Harbisson, primo uomo cyborg in grado di ascoltare i colori; Nicola Palmarini, uomo chiave dei laboratori IBM al MIT di Boston; Yannick Kwik, alla guida delle celebri FuckUp Nights,

Molte le iniziative speciali, indirizzate a favorire momenti di incontro tra  il mondo industriale, le istituzioni, l’università e i nuovi luoghi dell’innovazione.

Heroes Prize Competition, sfida tra eroi

Luce sulle startup più innovative e sostenibili grazie all’Heroes Prize Competition. 195 i progetti pervenuti dopo il lancio della call. Le migliori avranno la possibilità di presentare la propria idea a Maratea nel corso di sessioni di Pitch aperte a tutti, e rientrare così tra le prime 5. Queste ultime avranno il privilegio di essere ospitati da una famiglia marateota per un pranzo molto particolare, in cui convincere i componenti  della bontà della propria idea. La migliore, selezionata con il supporto di una giuria specializzata, si aggiudicherà il premio finale.

Coinnovation Lab, tavoli tematici di discussione

 In linea con i grandi temi posti anche a livello europeo dall’Entrepreneurship 2020 Action Plan, l’evento ospiterà quattro tavoli di discussione su: energia e ambiente, agricoltura e alimentazione, educazione e innovazione, cultura e turismo. I Coinnovation Lab coinvolgeranno studenti, ricercatori e innovatori selezionati per interesse e formazione. Obiettivo dell’iniziativa, realizzare proposte concrete da realizzare in collaborazione con istituzioni europee, università, investitori e imprese. I laboratori saranno guidati da Paolo Di Cesare, co-founder Nativa; Alessandro Pirani, co-founder Future Food Insitute; Christian Rinaldi, co-founder iSud; Antonio Scuderi, fondatore e CEO Capitale Cultura.

Young Heroes, allenarsi per il futuro 

Combattere la disoccupazione giovanile in Italia attraverso l’orientamento scolastico e l’alternanza scuola e lavoro. Per fare in modo che le scelte professionali corrispondano alle proprie attitudini e alle richieste del mercato. E’ l’obiettivo del progetto Young Heroes, allenarsi per il futuro, promosso dal Gruppo Bosch in collaborazione con Randstad. Un’occasione preziosa per chi vuole testare direttamente sul campo le proprie capacità, e procedere a passo svelto verso il mondo del lavoro.

Fun & Entertainment

Non solo business a Maratea. HEROESfest è il programma parallelo di eventi culturali e musicali che animerà Maratea per i tre giorni dell’evento. Tra gli altri, il concerto di Francesco Taskayali, compositore e pianista, e quello dei JoyCut, band bolognese reduce da un tour mondiale. Poi, ancora, il reading – concerto Mythos ideato da Camillo Marcello Ciorciaro e dedicato all’epica di Omero. E per finire aperitivi, gite in barca e relax in spiaggia, con attività pensate e realizzate in collaborazione con Sharewood, prima piattaforma peer-to-peer in Europa specializzata sull’attrezzatura sportiva. 50 le bici elettriche disponibili a noleggio per gli ospiti della manifestazione.

L’Iniziativa è promossa dall’associazione A Mezzogiorno, in collaborazione con Scai Comunicazione srl, Osservatorio di Ricerca 20 – Entrepreneurship Education dell’Università di Roma Tre, Università della Basilicata, UNIMED – Unione delle Università del Mediterraneo, CNR Imaa, Prioritalia, Camera di Commercio di Potenza, Fondazione HomoExMachina, Atomica, TIM e Teamleader.banner_heroes

24 Giu 2016

Il Festival Internazionale per il Business 2016 (IFB2016) quest’anno sarà il più grande evento a livello mondiale per il business. Partecipano più di 30.000 delegati provenienti dal Regno Unito e 100 paesi in tutto il mondo, sarà un mercato vivace per effettuare connessioni tra imprese di tutto il mondo, è la più grande occasione per fare business, innovare e cambiare in un mondo che non si ferma mai.

la partecipazione al IFB2016 è completamente libera, con eventi gratuiti e consulenza gratuita di esperti. Tutto quello che bisogna fare è unirsi al Festival Internazionale di Business Club gratuitamente e si potrà avere accesso al più grande festival di quest’anno nel suo genere.

Ci saranno tre settimane a tema di eventi che si svolgeranno a Liverpool dal 13 giugno-1 luglio, :

Settimana 1 – Produzione
Settimana 2 – Energia e Ambiente
Settimana 3 – creativa e digitale

Ogni settimana sarà ricco di attività ad alta qualità:

Appuntamenti gratuiti one-to-one con i fornitori, compratori e investitori, attraverso “Incontra il tuo futuro Deal”, export e opportunità di investimento, una gamma di consulenza gratuita di esperti, attraverso “Meet the Specialist Advisor”, seminari di lavoro, eventi di fama mondiale, come TEDx, ACCELERATE 2016 e il Horasis globale Meeting, business networking su larga scala,
prospettive impegnative da parte dei leader nei settori del commercio, innovazione, tecnologia, sport, impresa e cultura sociale, attraverso gli altoparlanti Blue Skies e gli eventi e Meet the Expert.
La partecipazione al IFB2016 è totalmente libera. Tutto quello che dovete fare è registrarsi gratuitamente al Festival Internazionale di Business Club.

30 Mag 2016

Il più importante evento B2B dedicato a social media marketing e digital communication nel nostro Paese

[fb_pe url=”https://www.facebook.com/SocialMediaMarketingDay/videos/1154790187878520″ bottom=”30″]

«La maggior parte delle aziende, soprattutto in Italia, continua a vedere i social network come qualcosa che bisogna avere, ma troppo spesso non li includono in un piano di comunicazione strategica integrata – spiega Andrea Albanese, Social Media Marketing & Digital Communication Advisor, fondatore e organizzatore di #SMMdayIT – Se Facebook fosse una nazione sarebbe ormai la più popolosa al mondo, con quasi 1 miliardo e 700 milioni di utenti attivi. E non è “solo” Facebook: è una galassia che comprende Whatsapp e Messenger, due potentissimi sistemi di messaggistica con cui è possibile fare customer care, inviare articoli di giornale, fare telefonate praticamente gratuite. È fondamentale che le aziende ne comprendano il potenziale».
Proprio per colmare questo gap viene organizzato il prossimo 22 giugno, nella sede de IlSole24Ore a Milano (Auditorium Renzo Piano e Sala Collina), la quarta edizione del “Social Media Marketing Day Italia” #SMMdayIT, che dal 2013 si posiziona come evento di riferimento esclusivamente B2B sui temi del social media marketing e della digital communication nel nostro Paese.
“Social Media Marketing Day Italia” #SMMdayIT 2016, che vede come media partner il nostro gruppo editoriale Dmedia Group, vuole essere non soltanto motore di sensibilizzazione sulla centralità e strategicità dei social media nell’era della reputazione e delle conversazioni senza confini, ma intende creare luoghi d’incontro fisici nei quali i professionisti possano confrontarsi, conoscersi, fare network, creare community. In un mondo iperconnesso, nel quale gli smartphone sono considerati estensione delle persone e espressione delle loro personalità, il team di Andrea Albanese ha riproposto il luogo fisico per rafforzare le relazioni digitali.
Il secondo grande elemento strategico su cui #SMMdayIT vuole puntare è la necessità di creare un legame forte di collaborazione e scambio fra mondo della formazione e mondo del business, essenziale per avere sempre più professionisti consapevoli e preparati ad affrontare un mondo in rapida e continua evoluzione. Per questo si conferma la partnership con lo IUSVE, oltre alla consolidata collaborazione con la Business School de IlSole24Ore e i Master in Digital Strategy e Digital Communication.
Il format della giornata, dalle 9 alle 20, conferma la presenza di 16 speaker, con 16 interventi verticali da 30 minuti ciascuno, tutto in una sessione plenaria, per spiegare tecniche, condividere progetti, esperienze, competenze e cultura sui Social Media e sul Digital nel mondo Business e PA in Italia. Una giornata intensa, fatta da aziende per le aziende, in un mondo connesso, senza più confini.
Qui il link per iscriversi, con programma e possibilità di accredito stampa:http://smmdayit2016.eventbrite.it/

24 Feb 2014

Immaginate una società in piccolo. Diciamo un paesino composto da un centinaio di abitanti nel quale ognuno abbia un ruolo diverso, ovvero sappia fare qualcosa che gli altri non sanno fare. Ci sarà quindi il calzolaio, il barbiere, il ristoratore, il muratore, il falegname ecc…Un modellino di società standard in scala ridotta. Immaginate ora che il denaro totale posseduto da questa piccola società ammonti a…diciamo… a 100.000 euro. Ogni abitante possiederà in media 1.000 euro in banconote di vario taglio. Immaginiamo che la cultura dominante di questa società sia il risparmio a tutti i costi. Se ognuno di loro si tenesse il denaro stretto stretto, senza spenderlo, la società sarebbe destinata a cadere nella miseria più totale nel giro di pochi giorni. Zero scambi commerciali = morte sicura del nostro simpatico paesino di montagna in tempi brevissimi. La cultura dominante, affinché la società prosperi, deve essere quella dello scambio commerciale continuo, della vivacità di mercato costante. Avremo così il calzolaio che paga 100 euro il falegname per sistemare una porta; il falegname pagherà 30 Euro al ristoratore per il pranzo; il ristoratore pagherà 15 Euro il barbiere per i capelli, il quale pagherà 60 Euro il sarto per la camicia nuova ecc…Il denaro è sempre quello, ma per il solo fatto di passare di mano in mano quella società è destinata a migliorare il proprio benessere materiale all’infinito.
La società dei consumi si basa su questo semplice principio.


Immaginiamo che questa società sia governata da un capo saggio, buono e che lavori per il bene di tutti: lo so che è difficile da credere ma proviamo a fare questo sforzo di immaginazione (in una favola ci 
può  stare…)! Tale capo deciderà saggiamente quante banconote stampare (in base alla quantità delle merci in circolazione, al comportamento del mercato, all’aumento demografico, agli scopi comuni ecc…) ed in che maniera distribuirle; per esempio sotto forma di compenso per lavori di pubblica utilità. Il costo di produzione di tali banconote sarebbe irrisorio: carta + inchiostri + manodopera. Potrebbe ordinare al tipografo del paese di stampare il denaro, ricompensandolo con la giusta dose di banconote da lui stesso stampate, e a fine stampa potrebbe prendere i cliché e portarli al sicuro affinché nessuno ne abusi. Semplice no?

Tutto troppo bello perché sia vero…

Immaginiamo invece che il capo di questo villaggio sia un tipo disonesto, arrogante, subdolo e che sia molto concentrato sul proprio e personale interesse e che del villaggio e dei suoi abitanti non gliene freghi proprio un bel niente! Immaginiamo che tale capo venga avvicinato da un losco individuo, che chiameremo “Amschel“ il quale gli proponga un sistema per diventare immensamente ricchi entrambi, fregando per bene gli ignari abitanti del villaggio.

Il capo accetta di buon grado e si mette ad ascoltare la furbissima proposta: “per prima cosa” dice il losco Amschel “devi ritirare tutte le banconote che girano nel tuo villaggio e distruggerle!“. “Sei impazzito?” ribatte il capo: “sarebbe la fine di tutto!”. “No, tranquillo…” sussurra con un diabolico sorriso il sig. Amschel “…sarà l’inizio di tutto! Sostituirai tutte le banconote, che ora sono di proprietà degli abitanti del villaggio, con quelle che ti darò io. Io però non ti regalerò le banconote…eh! eh! eh!…ma te le presterò per un tempo indefinito. In cambio ti chiederò un misero interesse…diciamo…un 2…anzi…un 2,5%! Se metterai in circolazione le mie banconote io ti farò diventare ricchissimo!”. “Mmm….Tutto qui? Accetto , ovviamente! Ma per metterle in circolazione come faremo?”.”Tranquillo capo villaggio. Dovrai concedermi il permesso di fondare una banca nel tuo villaggio, per il resto penserò a tutto io!”

L’economia sembra funzionare più o meno come prima ma dopo un anno arriva la prima stangata…Amschel contatta il capo villaggio e gli chiede il pagamento degli interessi: il 2,5% di 100.000 Euro ovvero 2.500 Euro! Il primo anno il capo villaggio riesce a pagare, ma già il secondo anno si trova in difficoltà. Dovrebbe pagare altri 2.500 Euro ma la popolazione è aumentata ed il denaro totale è diminuito e così anziché pagare si fa prestare altri 20.000 Euro dal  sig. Amschel. Il terzo anno gli interessi da pagare diventano 5.500 Euro, ovvero il 2,5% dei 100.000 iniziali + i 2.500 di interesse non pagato l’anno prima + gli interessi sui 20.000 prestati l’anno prima. Il capo villaggio però non ha un euro e così chiede un prestito agli ignari abitanti del villaggio inventando il B.O.T.! In pratica dice: se mi prestate 5.500 Euro io tra sei mesi ve ne restituisco 5.700. Gli abitanti non si fanno pregare (sembra un buon affare) e così prestano il denaro al capo villaggio. Egli salda la rata di 5.500 Euro, ma sei mesi dopo si presenta il problema di pagare i 5.700 euro di B.O.T. agli abitanti. Il capo villaggio taglia la testa al toro e si fa prestare altri 10.000 euro così può saldare il B.O.T. ed anche pagare la prossima rata di interessi al sig. Amschel. Intanto la massa monetaria nel paesino è aumentata e, di conseguenza, ogni singola banconota perde di valore (inflazione) e quindi la gente si ritrova ad avere bisogno di più denaro (che ora vale meno) per poter svolgere la propria attività. Ed è così che anno dopo anno quel paesino, senza sapere ne perché ne percome, si indebita sempre di più e si avvicina sempre di più al punto di non ritorno. Amschel inizia a sfregarsi le mani…il suo piano sta cominciando a dare i suoi frutti. Amschel, infatti, prestando delle merci di modico valore (il valore reale delle banconote è praticamente nullo, composto solo da carta, inchiostro ed un po’ di manodopera) sta tenendo sotto il suo potere l’intero villaggio senza che gli abitanti abbiano il benché minimo sospetto di cosa stia accadendo….
Iniziate a capire?

Ben presto il capo villaggio si troverà invischiato in una gravosa situazione che non riesce più a controllare. Il debito è inestinguibile; infatti anche ammettendo che quel genialoide del capo villaggio setacci l’ intero paese, raccolga tutti i soldi in circolazione, li metta in un bel saccone e li restituisca in toto al diabolico Amschel non servirebbe a nulla: rimarrebbero sempre gli interessi da pagare!
downloadComunque lui è ricco, inoltre viene sempre rieletto in quanto il buon Amschel gli paga le campagne elettorali, la gente non sa nulla di nulla e quindi chi se ne frega! Inizia ad elaborare teorie astruse ed incomprensibili da dare in pasto al villaggio per giustificare la presenza di questo debito, di cui si inizia a vociferare, che riguarda tutti i cittadini e che si ingrossa sempre di più. La situazione vera è che il villaggio è in debito con il sig. Amschel dell’ intera massa monetaria che circola nel paese+ svariate migliaia di euro di interessi (relativi, per l’appunto, all’intera massa monetaria che il villaggio possiede in prestito, senza saperlo!). Il capo villaggio, per sminuire la cosa, fa intendere che il debito sia costituito solo dagli interessi in quanto se i cittadini immaginassero che si stanno scambiando del denaro che non è di loro proprietà probabilmente prenderebbero il capo, gli leverebbero la pelle e lo immergerebbero nel sale grosso ! Ad un certo punto il sig. Amschel inizia a diventare un po’ più severo. Minaccia di ritirare tutti i soldi che circolano nel villaggio (creando una depressione senza precedenti – vedi Argentina) se non vengono pagati regolarmente gli interessi. Il capo villaggio non può pagare delle rate così elevate ed inizia a regalare, in cambio del condono degli interessi, dei beni appartenenti alla comunità: regala la fonte di acque potabili, così Amschel inizia a far pagare l’acqua ai cittadini; regala la centrale elettrica, ed i proventi vanno così al sig. Amschel; regala dei bellissimi palazzi pubblici ecc… Ai cittadini racconta di privatizzazioni necessarie per rendere i servizi più efficienti e altre storielle che i poveri villici, immersi nella loro ignoranza, si bevono come camomilla calda ! Il sig. Amschel, uomo-ombra conosciuto solo dal capo villaggio, se la ride pensando a quanto è riuscito ad ottenere senza, praticamente, muovere un dito. Può produrre denaro a piacere a costo zero: paga infatti i costi vivi di carta, inchiostro e manodopera con parte del denaro prodotto. Lo può prestare al valore che c’è scritto sopra e chiedere un interesse relativo alla cifra scritta su ogni banconota. Quando il capo villaggio non riesce più a pagare gli interessi può chiedere delle merci reali, dal valore vero (fonti d’acqua, palazzi, industrie pubbliche ecc…) in cambio … del nulla!!Tutto questo non ha, ovviamente, nessuna utilità per i cittadini. Non serve a nulla e, anzi, li danneggia visto che gran parte delle tasse che pagano servono a pagare parte degli interessi sul debito “pubblico” creato ad arte dai due compari. Le tasse che i cittadini, ben presto si trovano a pagare, raggiungono vette inimmaginabili. Molte tasse sono nascoste, o difficilmente percepibili per cui essi hanno si la sensazione di pagare molte tasse, ma non così tante come realmente fanno. Essi pagano, mediamente, il 37 % di tasse sul reddito che percepiscono. Con i soldi che rimangono acquistano i beni di cui necessitano, sui quali grava una tassa media diretta del 22%(I.V.A.). Inoltre, l’azienda che produce quei beni, riversa su di essi tutte le tasse che ha sostenuto per produrli, che incidono per un ulteriore 40% sul prezzo dei prodotti. Senza saperlo, anche perché sono veramente molto ignoranti questi paesani zucconi, si ritrovano a pagare circa un 70% di tasse su ciò che guadagnano. Ovvero lavorano da Gennaio a Settembre inoltrato solo per pagar tasse ed il poco che rimane per acquistare beni!. A scuola insegnano loro che, tempo addietro, esisteva una forma di sfruttamento dei villici chiamata mezzadria; il padrone di una gran fetta di terreno consentiva ai contadini di lavorarlo e lui, senza fare niente, si tratteneva metà del raccolto a titolo di affitto del terreno. Questo racconto era talmente convincente che gli abitanti del villaggio, dopo averlo ascoltato, se ne uscivano con commenti del tipo: “poverini…meno male che certe cose non accadono più…viva la democrazia” e altre boiate del genere. Adesso è molto peggio di allora ma i poveri ingenui non lo sanno! Prima dell’avvento di questo sistema l’economia funzionava e le pensioni potevano essere pagate ad un’età decente, nella quale il lavoratore poteva godersi un po’ di vita in condizioni di buona salute e di relativa giovinezza. Ma con gli interessi da pagare questo non è più possibile! Gli uomini, quindi, devono continuare a produrre e a rendere almeno fino a 65 anni di età, ovvero più della media aritmetica dell’età di decesso! Per convincere i suoi polli a fare ciò, il capo villaggio si inventa di sana pianta un parametro (supportato da astruse ed inverificabili formule matematiche ) per giustificare questa necessaria decisione, nascondendo nel contempo i veri dati sulla vita media dei cittadini. Così facendo crea la famigerata “aspettativa di vita o speranza di vita“…tarandola a casaccio intorno ai 79/84 anni… tanto, come per molte altre cose, egli sa che nessuno si permette di verificare o di porsi una benché minima domanda su questo argomento. Con la sua banca, riesce a fare anche di più. I cittadini, strangolati dalle inutili e subdole tasse che stanno pagando, si rivolgono sempre più spesso alla banca del sig. Amschel per dei prestiti di denaro.

Egli, potendosi stampare il denaro a piacimento, non ha bisogno di possedere del denaro onestamente guadagnato per poterlo affittare ai cittadini. Così concede volentieri prestiti a chi li richiede chiedendo a sua volta però delle solide garanzie in cambio del prestito; per esempio chiede di ipotecare la casa, terreni, la macchina o altri beni guadagnati dai cittadini con anni di sacrificio. Loro firmano; spesso non hanno altra scelta. Il sig. Amschel si aggiudica così un’altra vittoria su quei tontoloni dei villici… intanto, per non perdere l’abitudine, si fa restituire i soldi con un po’ di sani interessi. Poi, ad ogni prestito, fa aumentare il debito pubblico di tutta la comunità in quanto, prestando denaro, egli fa aumentare la massa monetaria circolante. Massa monetaria che, è bene ricordarlo, gli appartiene in toto e che i cittadini hanno “in prestito” con un interesse del 2,5% annuo. Inoltre se il povero cittadino che ha chiesto un prestito non riesce a restituire quanto dovuto, l’avido sig. Amschel , col sorriso sulle labbra, gli porta via la casa riducendo sul lastrico il malcapitato di turno.

Questa storia, purtroppo, non ha il lieto fine in quanto i cittadini sono rimasti per 300 anni all’oscuro di tutto e, facilmente, rischiano di sguazzare nell’ignoranza per altri 300 anni. Il cittadino medio non è curioso, non si fa domande, non cerca risposte… è intellettualmente pigro e quindi è il soggetto ideale per una sana e doverosa “truffa monetaria”! Inoltre, si sa, se la TV non parla di un certo argomento, tale argomento, praticamente, non esiste! Talvolta i TG annunciano una variazione del tasso di interesse della Banca Centrale in più o in meno ma il 99% di chi ascolta non è in grado di capire un bel niente di niente e non si pone nessun interrogativo. Il banchiere Amschel conosce i suoi polli ! Accettando, ripeto senza saperlo, il denaro del sig. Amschel come moneta di scambio i cittadini lavoratori si sono condannati ad un’economia basata sul produrre sempre di più. Ogni anno la produzione di beni materiali deve essere superiore a quella dell’anno precedente: non importa di cosa se ne faranno di tutte quelle merci, l’importante è arginare il più possibile il crescere del debito (che comunque, per sua natura, è destinato a crescere all’infinito e a non essere mai saldato). Lavoreremo sempre di più per avere sempre meno. Lo Stato potrà, con trucchi e trucchetti vari, limitare i danni nell’immediato ma in un futuro non lontanissimo ci troveremo strangolati nella impietosa morsa del debito ed il sig. Amschel potrebbe anche decidere di rivolere indietro i “suoi” soldi!

I protagonisti di questo racconto , basato su una storia vera, sono: il capo villaggio=il governo; il villaggio=lo Stato (inteso come “cittadini”); Amschel=la Banca Centrale Europea (oppure la Banca d’Inghilterra o la Federal Reserve…in pratica tutte quelle banche che si arrogano il diritto di stampare e di prestare il denaro agli Stati).

Lo scopo di questa storiella è quello di generare un’ intuizione nel vostro cervello. Di aprirvi la mente, di illuminarvi in maniera da non essere più considerati dei giuggioloni facilmente schiavizzabili. Adesso, per esempio, avete capito (spero) il perché del fatto che se andate davanti alla questura, tirate fuori un biglietto da 50 Euro e gli date fuoco vi possono arrestare…state distruggendo una merce che non vi appartiene. E che non appartiene nemmeno allo Stato Italiano. Appartiene alla Banca Centrale Europea (che è un’ entità privata) da cui li avete ricevuti in prestito e a cui li dovrete restituire con gli interessi….

1697387636Non sarebbe ora di svegliarci e, finalmente, cacciare a pedate il banchiere usuraio usurpatore della nostra “Sovranità Monetaria” e riservare anche qualche buona pedata nel sedere ai politici corrotti che permettono ai banchieri questo imbroglio del Signoraggio bancario ? La Sovranità appartiene al Popolo (lo afferma anche la nostra Costituzione) i politici e i banchieri l’hanno sottratta al Popolo con la frode e con l’inganno, sfruttando l’ignoranza della gente di cui essi stessi sono responsabili.

Ora è arrivato il momento di ribellarci e riprenderci la nostra libertà e i nostri diritti sulla moneta che appartiene al Popolo Sovrano e non ai banchieri privati.

18 Dic 2013

SixthContinent è un Social Network di Consumatori che attraverso i consumi modifica l’economia mondiale.
I Cittadini e Consumatori di ogni parte del Mondo uniti in SixthContinent sviluppano e sostengono un modello economico che supera i limiti degli attuali sistemi economici non più in grado da soli di far fronte al mercato globale, spostando gli acquisti e i consumi verso le imprese che operano in fase economica “virtuosa” per l’intera Comunità.
La Comunità Digitale SixthContinent, strutturata come un Sistema Sociale, si fonda su Mo.Mo.Sy. l’algoritmo che classifica le Imprese in “virtuose” o “nocive” rispetto al modello economico che SixthContinent promuove e sostiene.

L’algoritmo Mo.Mo.Sy., sviluppato da Fabrizio Politi, è oggettivo, verificabile ed utilizza dati reperibili da chiunque.
Mo.Mo.Sy. elabora i dati di oltre 600.000 aziende di 42 Paesi ed individua i prodotti che contribuiscono positivamente al mercato, oppure lo impoveriscono, senza distinzione di bandiera, compatibilmente con la globalizzazione ed i fenomeni ormai incontrovertibili della delocalizzazione.

La Curva Mo.Mo.Sy. indica la linea di resistenza massima comune a tutti i settori industriali calcolata sulla capacità di un Impresa di produrre ricchezza per il numero di dipendenti, ovvero Utile Netto2/Dipendenti.
L’algoritmo Mo.Mo.Sy., basato su dati oggettivi, verificabilie reperibili da chiunque, indica la capacità massima di un Impresa di produrre Utili Netti per ogni dipendente, utilizzando un modello economico equo e virtuoso, infatti quando un’azienda produce una percentuale di utili netti per il numero di dipendenti superiore al valore segnato dalla curva Mo.Mo.Sy. significa che si trova in una fase speculativa rispetto al proprio settore, sottrae risorse al mercato e produce effetti dannosi sia alla concorrenza che alla comunità economica in cui opera.
Quando un’azienda produce Utili Netti superiori ai valori indicati dalla Curva Mo.Mo.Sy. significa che sta producendo grandi profitti a vantaggio di poche persone, diversamente se limitiamo gli utili ai valori sotto la curva non si verificherà più l’accumulo di grandi ricchezze nella mani di poche persone a scapito di molti, la ricchezza potrà essere prodotta e accumulata senza limiti, ma si produrrà in proporzione lavoro e benessere anche per la Comunità nella quale l’Impresa opera. 

Chiunque voglia approfondire l’argomento può farlo direttamente sul Social Network: http://www.sixthcontinent.org/

19 Lug 2013

La Commissione europea ha ricordato all’Italia che “a partire dal 2015 il trattato denominato Fiscal Compact entrerà in vigore, e quindi da quel momento e per i successivi 20 (venti!) anni l’Italia dovrà tagliare la spesa pubblica di 45 miliardi di euro ogni 12 mesi, in modo da riportare alla soglia del 60% il rapporto debito-pil”.
L’attuale governo guidato da Enrico Letta non riesce a trovare neppure il modo per tagliare 4 miliardi di euro della spesa pubblica per cancellare l’IMU e altri 4 miliardi per bloccare l’aumento dell’IVA.
La domanda nasce spontanea, come potrà – il prossimo governo – tagliare di 10 volte tanto la spesa statale OGNI ANNO PER 20 ANNI?
Vediamo come si potrebbe fare, ammesso, che un prossimo governo davvero intenderà provarci.
Ridurre di 900 miliardi di euro la spesa pubblica italiana di oggi equivalenti a 45 miliardi l’anno per 20 anni significherebbe:
ridurre del 50% le pensioni
licenziare almeno 2.000.000 di impiegati pubblici tra scuola, sanità, forze dell’ordine, e impiegati comunali e regionali.
cancellare ogni forma di assistenza sociale
ridurre di non meno del 40% tutti gli stipendi del settore pubblico.
In questo modo in 20 anni si ridurrebbe di 450 miliardi di euro la spesa dello Stato.
E gli altri 450 per arrivare ai suddetti 900 miliardi?
Semplice, andrà “rastrellata” dai risparmi dei cittadini in tasse sui patrimoni, incluso il conto alla Posta da 1000 (mille) euro.
Alla fine non serve un esperto economista per capire che tutto ciò porterebbe l’Italia a superare la di gran lunga Grecia quanto a devastazione. E giusto per ricordarlo, la devastazione è sorella della violenza, e sappiamo benissimo tutti che la violenza di massa si chiama GUERRA.
Tutto questo dovrebbe iniziare esattamente tra un anno e cinque mesi a partire da adesso ma, naturalmente, ci auguriamo che fino ad allora qualcosa possa cambiare.

06 Lug 2013

Troviamo davvero degno di nota l’articolo pubblicato da  Massimo Martinelli per “Il Messaggero” e riteniamo dover evidenziare, quindi informare, quanti non avessero ancora appreso del cosiddetto “AFFARE CAVA DI MASOcome lo chiamano gli investigatori che hanno messo insieme le operazioni immobiliari dei fratelli Degennaro degli ultimi anni.

Ci sembra appena il caso spiegare cos’è la “CAVA DI MASO”: è un cratere rettangolare e profondo scavato nel calcare di Bari, al centro del quartiere S.Rita. Riqualificata in tempi non troppo lontani, la cava ha funzionato come parco urbano fino al 23/10/2005, giorno in cui l’ultima grande alluvione nella storia della città ha colpito Bari. Quel giorno le acque del torrente Picone, in piena per delle precipitazioni di intensità straordinaria, riempirono letteralmente la cava, allagandola gradualmente e ricoprendo definitivamente con il fango i campetti da calcio, gli spogliatoi, il palco e tutte le altre strutture sul fondo della cava ricordando così che Bari è una città ad alto rischio idrogeologico. Il Torrente Picone è una delle tipiche “Lame” del versante orientale delle Murge, solchi torrentizi di origine carsica che dal gradone murgiano sfociano verso l’adriatico. Nelle lame, solitamente asciutte, scorre acqua solo in corrispondenza di eventi piovosi molto abbondanti. La Cava di Maso è posizionata in prossimità dell’alveo del torrente Picone, questo è il motivo per cui nel 2005 si è allagata. Le acque di piena di questo torrente infatti, giunte in territorio barese, lambiscono l’abitato di Carbonara (nei pressi in cui si trova la cava), per poi essere deviate da un canale collettore (costruito dopo la grande alluvione del 1926) e sfociare in mare in corrispondenza del quartiere San Girolamo.

Alla fine, nel giardino costruito dai fratelli Degennaro – scrive Martinelli – venne fuori una pozzanghera con l’acqua alta trenta metri. E intorno c’erano i palazzi di cittadini terrorizzati che quel piccolo lago provocasse una frana e anche il crollo delle loro case. Gli abitanti dei palazzi circostanti non videro più un parco quaranta metri più in basso. Ma un lago nel quale avrebbero potuto anche tuffarsi dal balcone: trenta metri d’acqua che si stava infiltrando nella parete di calcare sotto le loro abitazioni.

E’ per poter costruire opere del genere – continua Martinelli – che i Degennaro avevano voluto appoggiare il sindaco Michele Emiliano al comune di Bari. E sempre per questo motivo gli esperti dello stesso primo cittadino si mettevano le mani nei capelli.

Sulla CAVA DI MASO sono da tempo previsti lavori di bonifica e si discute sull’eventuale riempimento per trasformarla in parco pubblico da passeggio o destinato ad ospitare strutture sportive.

I lavori sarebbero dovuti terminare nel 2008, ma i successivi avvenimenti hanno progressivamente spostato la data in avanti.

Quanto tempo ci vorrà ancora per mettere la parola fine alla vicenda? Ma soprattutto, sarà necessario discutere del futuro della Cava, per evitare che resti soltanto un cratere in mezzo ai palazzi.

24 Giu 2013

Si Sono Tenuti Venerdì 21, Sabato 22 e Domenica 23 Giugno 2013 respectively a Bari, Lecce e Villa Castelli (provincia di Brindisi) I Tre concerti dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “T. Schipa “di Lecce composto da 70 Elementi e il coro ARCoPu, formato da 240 coristi provenienti dall’intero territorio regionale pugliese ed ENTRAMBI Diretti dal M ° Giovanni Pellegrini, i Quali Hanno eseguito i Carmina Burana di Carl Orff.

Tre Serate Musicali Aperte al Pubblico Gratuitamente Che rientrano nel Grande Progetto “Un Gran Voce”, nato Dalla Collaborazione di ARCoPu Associazione Regionale Cori Pugliesi, il Conservatorio “T. Schipa “di Lecce, il Coro Harmonia dell’Ateneo barese, la Regione Puglia, la Provincia di Lecce, il Comune di Villa Castelli, l’Università degli Studi di Bari e la Banca Carime e finalizzato alla Diffusione della cultura musicale tramite l’unione della coralità pugliese, ribadendo “una voce gran” che l’unione fa la forza e l’ideale della cultura va difeso e Condiviso.

Dopo Il concerto ABBIAMO intervistato il Rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, e il Presidente dell’ARCoPu Associazione Regionale Cori Pugliesi, Pierfranco Semeraro.

“Un Gran Voce” desideriamo complimentarci, vieni ha Già Fatto il Rettore Petrocelli, per il nobile Scopo di diffondere la cultura musicale di qualità!

24 Apr 2013

Gli occhiali smart di Google, la wiki-lente e lo smartwatch di Microsoft, l’anello-telecomando di Apple, il display indossabile di Sony: il mondo dei wearable devices si prepara a diventare un mercato di massa.

Stiamo parlando di  computer indossabili (wearable devices), noti anche come dispositivi elettronici in miniatura che sono indossati sotto o sopra abbigliamento. Questa classe di tecnologia indossabile è stata sviluppata per le cosiddette tecnologie dell’informazione per e lo sviluppo dei media.

wearableDopo un 2013 di annunci, nel 2014 tanti nuovi prodotti arriveranno alla vendita. I wearable devices esistono da qualche anno in alcuni settori specifici: militare, salute (apparecchi per il monitoraggio dei parametri come il battito cardiaco, la pressione, la glicemia), fitness (registrazione delle sessioni di allenamento, per esempio con Adidas miCoach o Nike+) giochi (Kinect di Microsoft).

Ma l’ingresso di aziende come Google e Apple darà al mercato il colpo d’acceleratore: Ims Research prevede che i wearables venduti nel mondo passeranno da 14 milioni nel 2012 a 171 milioni nel 2016, quando le ricavi toccheranno 6 miliardi di dollari. Naturalmente in questa evoluzione avranno un ruolo le ultime evoluzioni nelle scienze dei materiali, nei chip, nei sensori, nelle batterie, nella tecnologia Bluetooth per il collegamento wireless con gli altri device, della realtà aumentata e nella Nfc (tecnologia che fornisce connettività wireless bidirezionale a corto raggio), perché molti wearables permetteranno i pagamenti mobili.

Il grosso delle vendite continuerà ad essere rappresentato dagli apparecchi per la salute e l’attività sportiva, ma bracciali, orologi, anelli, occhiali, tessuti e tatuaggi smart che hanno dietro nomi “importanti” concentrano l’attenzione del pubblico, promettendo non solo connessione a Internet sempre attiva, ma input di nuova generazione (con gesti e voce, non con la tastiera) e qualche aspetto di realtà aumentata.

Come se la giocheranno tra loro i grandi potagonisti? Secondo Forrester Research, Apple sarà la prima ad avviare l’ecosistema, ma sarà frenata dal suo Os (sistema operativo) chiuso. Google svilupperà un ecosistema più aperto e potrebbe dominare il mercato, vista la diffusione di Android, ma deve superarne la frammentazione. Microsoft proporrà a sua volta una “antipiattaforma” basata su standard web aperti, con cui cercherà di offrire più flessibilità rispetto ad Apple e Google.

“Il brevetto di recente ottenuto da Microsoft per le lenti intelligenti (AR Smart Glass) rafforza ulteriormente il suo ecosistema che comprende device consumer mobili e fissi, servizi e una presenza consolidata nel settore entertainment con Xbox e Kinect”, commenta Nitin Bhas, Senior Analyst diJuniper Research. “Ma la concorrenza di Apple e Google è forte, anche perché l’Os di Microsoft, nel segmento mobile, ha quote di mercato inferiori a quelle di iOs e Android.

Soprattutto, questi come altri protagonisti dovranno sviluppare un ecosistema di applicazioni per i wearable devices e creare una piattaforma che amplia il ruolo dei mini-computer indossabili, esattamente come accaduto nel mondo smartphone”.

Un altro elemento di differenziazione sarà la capacità di rispondere alla crescente richiesta dei consumatori di avere dati in tempo reale di ogni genere (le prestazioni sportive insieme alle notifiche dei social network, alle ultime notizie e agli aggiornamenti traffico e meteo) e di poterli condividere con tutti gli altri device: vincerà non solo chi proporrà wearables accattivanti con un ricco ecosistema di app, ma anche capaci di comunicare in modo semplice e immediato con gli altri dispositivi.

“Siamo alla vigilia dell’era degli accessori-app”, spiega Ken Balkeslee, imprenditore americano che da anni sostiene il settore dei wearables e oggi guida la Webmobility Ventures. “Come l’orologio della Pebble, mini-computer con interfacce personalizzabili, applicazioni e connessione allo smartphone”. “L’evoluzione tecnologica sta creando condizioni per cui, nel prossimo futuro, i device indossabili diventino prodotti mass market.

Sicuramente l’utilità percepita dal consumatore dovrà essere superiore alla complessità di gestione, per determinare il successo di un prodotto”, commenta Edoardo Thermes, direttore Wind Digital. I wearables non sostituiranno lo smartphone, ma lo trasformeranno in una sorta di elemento centrale per device e applicazioni, rafforzando il ruolo delle comunicazioni mobili.

C’è da aspettarsi che siano favorite le piattaforme aperte e interoperabili, ma “occorreranno reti con copertura più capillare e veloce e con tempi di risposta più rapidi”, sottolinea Thermes. Wind, che ha annunciato un importante investimento nella più recente evoluzione degli standard di telefonia mobile, si sta attrezzando per supportare questa evoluzione tecnologica: ma c’è da aspettarsi che gli altri operatori non restino a guardare.