Nonostante apparenti complicazioni, il concetto di «Over The Top Television» è facile da capire: si tratta della possibilità di fruire sul grande schermo di casa, ruolo di solito interpretato dal televisore, di contenuti audiovideo dalla rete internet senza banda dedicata e qualità garantita – altrimenti si ricadrebbe sotto l’acronimo «IPTV».

Per chi non lo sapesse, il sistema IPTV è generalmente usato per diffondere contenuti audiovisivi attraverso connessioni ad Internet a banda larga. È tecnologicamente distinto dalla Web TV in quanto mentre quest’ultima è realizzata attraverso una comunicazione best-effort, l’IPTV è realizzata con meccanismi di trasmissione che ne garantiscano la qualità di servizio a favore dell’utente attraverso meccanismi tipici di priorità.

tvyoutubeGrazie all’uso di «app dedicate» ovvero piccoli programmi o semplici script che si occupano di rendere più facile l’accesso ai servizi audiovideo rispetto all’uso di un normale browser e indirizzi web da digitare, è possibile fruire di contenuti video direttamente sul televisore di casa. Queste «applicazioni» sono incorporate nei televisori di ultima generazione, i cosiddetti «TV connessi», e si attivano selezionando un’icona (detta «widget») oppure possono essere trasferite via etere ai televisori o ricevitori esterni per il digitale terrestre del tipo «interattivo» o «mhp» (quelli caratterizzati dal bollino gold DGTVi).

In buona sostanza, se il vostro televisore o ricevitore è dotato di una presa di rete ethernet oppure della possibilità di connessione wi-fi alla rete è molto probabile che possa essere adatto alla fruizione dei servizi di televisione OTT (Over The Top). Le «televisioni connesse» più moderne – si dice siano già oltre 1,5 milioni – godono della possibilità di aggiornamento software e quindi dell’aggiunta da parte del produttore del televisore di nuovi widget che consentono la chiamata immediata di nuovi servizi, ad esempio come Vimeo che è una delle alternative a YouTube che intanto tocca il miliardo di utenti.

Oggi però, a differenza di un recentissimo passato in cui si costringevano gli utenti in un «walled garden» (giardino chiuso) in cui soltanto alcuni contenuti scelti dal produttore di tv potevano essere richiamati, si può accedere a qualsiasi flusso audiovideo tramite l’uso del normale browser incorporato. La «televisione OTT» non è quindi più materia strettamente riservata ai tradizionali broadcaster ma illumina di nuova luce chi può offrire contenuti, a prescindere dalla distribuzione.

È evidente che quando il televisore incorpora direttamente una CPU più potente e una presa di rete, il modello di business dei broadcaster tradizionali diventa obsoleto. Come se non bastasse, poi, il mercato offre oggi dispositivi alternativi alla tv come tablet e smartphone adatti all’uso «televisivo».

Dunque, il futuro della tv appare interessante, si profila il successo del paradigma sinergico fra diffusione broadcast via etere, dedicata ai programmi live, e diffusione via rete per la visione on demand, con buona pace dei tifosi dell’IPTV e della rete a tutti i costi, come unico vettore telematico.

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