“Sacrifici”: non sa dire altro l’Europa dei banchieri e dei burocrati strapagati. Da quando l’Unione Europea è una realtà, non si chiedono che sacrifici alla gente. Ormai è una sorta di tortura, questo vocabolo. Bisogna “tenere i conti in ordine”, bisogna “salvaguardare le banche”, bisogna “razionalizzare la spesa”. In poche parole: si tagliano servizi essenziali alle persone per ripagare un debito che probabilmente, viste le sue dimensioni, è impagabile. Basti pensare che il debito pubblico italiano vale oltre 2mila miliardi ed è cresciuto sia con Berlusconi che con quel presunto genio di Monti: oggi è ai massimi storici. La dimostrazione scientifica che i sacrifici imposti ai più deboli non solo non sono serviti a nulla, ma hanno drasticamente peggiorato la situazione dei cittadini europei. Situazione destinata a peggiorare ancora, visto che inflazione, disoccupazione e pressione fiscale galoppano, mentre l’economia arretra un po’ ovunque.

I parrucconi a reti unificate vi fanno credere che esista una sola ricetta: quella che prevede aumenti delle imposte e tagli a pensioni, scuola e sanità. Non è assolutamente così. Un esempio concreto: che non è il Congo o Costa Rica o il Kazakistan. Parliamo del Giappone, ovvero uno dei paesi più ricchi al mondo, una delle principali potenze industriali. Il Paese nipponico ha un debito pubblico di enormi proporzioni (rapporto debito/Pil 236%), ed un deficit spaventoso (rapporto deficit/Pil 10%). Insomma, con questi numeri sarebbe ampiamente fuori dei parametri di Maastricht. Eppure il Giappone non ha la minima intenzione di copiare le scellerate ricette europee che hanno affamato la Grecia e presto potrebbero ridurre alla miseria Portogallo, Spagna e Italia.

“Il premier Shinzo Abe, ha avviato il suo piano di salvataggio: il governo tramite la banca centrale stamperà moneta (tanto da far passare la massa monetaria da 135mila miliardi a 270 mila miliardi entro il 2015) che servirà per comprare dalle banche i titoli di stato giapponesi (non solo i titoli a breve scadenza, ma anche quelli a medio e lungo termine). Il debito resterà invariato (perché il governo comprerà il debito già esistente) ed i tassi di interesse di qualsiasi scadenza si abbasseranno (grazie all’intervento statale). La grande iniezione di liquidità utilizzata per comprare i titoli farà da incentivo per gli investimenti (quindi le imprese e le banche una volta ricevuti i soldi dal governo li riutilizzeranno per la crescita)”.

Ma se il Giappone stampa moneta per fare fronte ai debiti, perché non lo fa l’Europa? Semplicissimo: i vari Stati dell’Ue non hanno sovranità monetaria. Il potere di stampare moneta ce l’ha solo la Bce, che è privata. E, quando immette liquidità, non lo fa per beneficenza, ma rivuole indietro i soldi. Il risultato è che gli Stati si indebitano e, su pressione delle lobbies finanziarie, tagliano i servizi, alzando le imposte, come si fa ormai da una decina d’anni a questa parte.

Ora, non è che stampare denaro a tonnellate ci renda tutti ricchi. Per carità, non siamo così sciocchi da pensarlo (anche il Giappone sta passando un brutto momento). Ma indubbiamente la possibilità di battere moneta, coi conti sballati che abbiamo, ci darebbe una grossa mano a uscire dalla crisi e impedirebbe il massacro sociale in atto. E tutto questo è niente rispetto a quel che avverrà a breve “grazie” al Mes e al Fiscal Compact.

 

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